La celebrazione delle esequie

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A seguito di una lettera del Ministero dell’Interno e delle precisazioni della Cei pubblichiamo le disposizioni contenute in una comunicazione del Vicario generale, mons. Franco Agnesi, ai parroci e ai responsabili delle Comunità pastorali della Diocesi

di mons. Franco AGNESI
Vicario generale

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Carissimi,
tutti voi avete condiviso la sofferenza di tante famiglie che in questo periodo non hanno potuto dare un ultimo saluto, affidare con una celebrazione comunitaria e accompagnare alla sepoltura i loro cari defunti. Molti di noi hanno condiviso la sofferenza per la morte di un parente, un’amica, un amico o un confratello nel presbiterio.

Abbiamo dato un appuntamento futuro per una celebrazione comunitaria di suffragio, e tutti attendiamo intensamente questo momento. L’Arcivescovo, attraverso il vostro discernimento, ha raggiunto con uno scritto le famiglie di persone morte a causa del virus e per le quali non si è celebrato un funerale.

Ora le disposizione governative consentono per questa “Fase2” la celebrazione dei funerali.

Accogliamo le disposizioni con favore perché ci consentono di esprimere la vicinanza della comunità cristiana che affida al Signore crocifisso e risorto un fratello o una sorella, e di annunciare la speranza che viene dalla promessa del Signore che i nostri morti vivono nella comunione dei santi.

Accogliamo le disposizioni con responsabilità, anche se sono meticolose e non facilmente applicabili, perché ci stanno a cuore il bene e la salute di tutti, soprattutto dei più fragili.

Accogliamo le disposizioni con la pazienza necessaria alla loro concreta realizzazione.

Il DPCM “Fase2” del 26 aprile 2020 stabilisce che da lunedì 4 maggio «sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro» (art. 1 c. 1 lett. i).

Alcune precisazioni sono state poi espresse dal Ministero dell’Interno con lettera indirizzata al Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana datata 30 aprile 2020. Lo stesso Segretario Generale della CEI con una nota del 30 aprile 2020 ha indicato alcune misure di prevenzione da adottare durante le celebrazioni.

La celebrazione delle Esequie potrà avvenire in luoghi adeguatamente ampi e preferendo, ove possibile, spazi all’aperto, secondo quanto previsto dalla normativa. Alla famiglia si lasci la facoltà di scegliere il luogo (Chiesa o Cimitero) e il rito (S. Messa o solo Liturgia della Parola). In Città le Esequie si celebreranno di norma presso le Parrocchie; nel forese preferibilmente presso i cimiteri.

Disposizioni da adempiere:

Il Parroco informerà la famiglia del defunto che alla celebrazione potranno presenziare massimo quindici persone da loro invitate; ricorderà l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali; raccomanderà di non accedere comunque alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali a chi è stato a contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti; chiederà di attenersi alle disposizioni che seguono;

Le Parrocchie comunicheranno l’orario delle Esequie al Comune competente affinché si possano effettuare gli eventuali controlli: in modalità collaborativa e nel rispetto dell’esercizio della libertà di culto e del Concordato si chieda che tali controlli si effettuino solamente prima o dopo la celebrazione.

Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Pertanto non sia consentito l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C;

Essendo arrivata in data 30 aprile la nota concordata dalla CEI con le autorità governative e non potendo organizzarci diversamente, si dovranno cercare tali strumenti sul territorio presso farmacie o rivenditori abilitati. Si raccomanda la scrupolosità nel controllo e qualora non si potesse effettuare la misurazione sarà necessario rimandare la celebrazione.

– L’ingresso e l’uscita al e dal luogo della celebrazione avverrà rispettando le distanze di sicurezza;

– I posti da occupare saranno debitamente contrassegnati per garantire il rispetto della distanza stabilita;

– I fedeli indosseranno le mascherine;

– Non saranno distribuiti sussidi cartacei né per la liturgia né per il canto;

– Tra il celebrante e gli eventuali ministri dovrà essere sempre mantenuta la distanza prevista dalla legge;

– Il solista o i cantori (in numero limitato) avranno riservata una apposita area e osserveranno tra loro la distanza prevista dalle indicazioni sanitarie, gli altri fedeli saranno invitati a non cantare;

– I microfoni dell’ambone o del leggio saranno posizionati in modo tale da non essere tenuti in mano e la loro asta non debba essere spostata o regolata in altezza da più persone. I lettori saranno muniti di guanti;

– Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria ed effettuare una pulizia delle superfici che entrano a contatto con i fedeli (panche e sedie) con idonei detergenti ad azione antisettica;

In caso di celebrazione della Messa:

– La particola grande, tenuta in mano dal celebrante, sarà interamente da lui consumata;

– Il celebrante indosserà la mascherina e curerà l’igiene della mani immediatamente prima di distribuire l’Eucaristia;

– Le distanze di sicurezza verranno mantenute anche durante la distribuzione dell’Eucarestia, si muoverà solo il celebrante raggiungendo ciascuno al proprio posto;

– I fedeli rimuoveranno la mascherina esclusivamente per gli istanti necessari a ricevere l’Eucarestia;

– L’Eucaristia sarà distribuita esclusivamente sulla mano, proibendo di ricevere la Comunione in bocca;

– Durante tutta la celebrazione, le particole destinate ai fedeli saranno sempre coperte da un panno o altra copertura adeguata;

– Si eviterà lo scambio della pace; la processione offertoriale che porta pane e vino al celebrante;

– Si eviteranno le concelebrazioni. Qualora sarà necessario concelebrare è bene che ciascuno utilizzi il suo calice;

– I vasi sacri utilizzati per la celebrazione (calice, pissidi, patene…) saranno conservati coperti con un panno o altro mezzo adeguato;

– La biancheria dell’altare sarà cambiata il più spesso possibile.

Alla benedizione al cimitero parteciperanno solo i parenti più stretti mantenendo sempre la distanza prevista dalla normativa.

Cari confratelli, tenendo conto che molti non hanno potuto celebrare le esequie di persone defunte nei mesi scorsi, lasciamo alla vostra saggezza e discernimento pastorali di concordare con i vostri parrocchiani se rimandare alle celebrazioni di suffragio che si faranno in futuro, oppure se celebrare le Esequie, pur in assenza della salma o alla presenza delle sole ceneri (Si intende, pertanto, accordato il permesso dell’Ordinario di celebrare le Esequie in presenza delle ceneri per coloro che sono defunti nei mesi scorsi e per cui è stato impossibile fino ad oggi celebrare il funerale (cfr. Direttorio Diocesano per la Celebrazione delle Esequie, n. 19; Rito delle Esequie secondo la Liturgia Ambrosiana, Ed. 2002, Orientamenti Pastorali, n. 11 e Rito delle Esequie secondo la Liturgia Romana, ed. 2011, Disposizioni Pastorali, n. 180).

Mi permetto di insistere di nuovo: non dobbiamo alimentare in noi l’ansia e tantomeno evitare i passi graduali. Ogni Parrocchia e ogni Parroco si sentano incoraggiati e sostenuti a procedere con le possibilità che hanno, e se qualche disposizione non può essere ancora adempiuta per mancanza di personale o di strumenti, sospendano e rinviino le celebrazioni quando sarà possibile.

Rinnovo il grazie che già l’Arcivescovo ha espresso più volte per lo stile e la dedizione, pur nella fatica e nella tensione emotiva, che avete testimoniato voi e gli altri presbiteri, diaconi, consacrati e laici che condividono la responsabilità della missione e della comunione ecclesiale.